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Siamo appesi ad un filo


La vocazione turistica del biellese potrebbe trasformarsi in una risorsa, ma non trova il giusto supporto per svilupparsi. La conferma, ennesima, arriva dalla proposta di una nuova funivia tra la Valle di Mosso e Bielmonte; non si tratta di una contrarietà a priori, ma prima di pensare a grandi progetti, anche un po’ estemporanei, si devono far funzionare gli impianti esistenti. come le funivie di Oropa o, scendendo di altitudine, la funicolare per il Piazzo, ferma dopo cinque anni di agonia.

Il turismo per crescere ha bisogno che le aspettative dei visitatori incontrino gli operatori economici del territorio, come accade nella vicinissima Valle d’Aosta o come insegna il Trentino, dove i percorsi turistici si sviluppano non solo sui sentieri montani, ma anche nelle cascine e negli agriturismi, dove trovare prodotti locali o in una rete di musei che raccolgono scorci della nostra storia, ad esempio come una grande collezione di sci, o percorsi sportivi per ciclisti.

L’agricoltura, l’allevamento e la natura, integrati in un’unica visione sullo sviluppo ricettivo del biellese, potrebbero diventare così il volano per un rilancio economico, con un effetto moltiplicatore sui benefici per le nostre valli, che potrebbero tornare a rivivere.

Oltre alla condivisione di un obiettivo comune, è essenziale il sostegno a progetti seri e concreti da controllare con rigore, per evitare che, come documenta la cronaca, finti allevatori acquistino il bestiame solo per drenare i soldi di bandi pubblici, sfruttando e maltrattando gli animali.

Con incentivi mirati, con un’idea comune sul futuro della nostra piccola provincia e con un sano “copia e incolla” di quanto già sperimentato in altre regioni, potremo contrastare lo spopolamento del biellese, facendo riscoprire ai residenti un senso di appartenenza e offrendo a chi viene da fuori un’occasione per ritornare. E allora si che saremo in grado di progettare nuove funivie!

Vittorio Barazzotto

Prendiamoci una vacanza da noi stessi


Le vacanze più brevi e le risorse più limitate a Ferragosto hanno premiato il biellese, dove da tempo non si registrava un flusso turistico così numeroso. Tra le mete più frequentate svettano il Santuario d’Oropa, Bielmonte e il lago di Viverone.

I tanti che hanno cercato località più lontane hanno dovuto affrontare certamente molti più disagi, alla ricerca di qualche cosa da fare e di cui parlare al rientro al lavoro o da documentare sui social. Anche se non ci sono più le fiumane di vacanzieri che si riversano sulle strade ad agosto, come accadeva ai tempi d’oro dell’industria, ci è rimasto il desiderio di trascorrere Ferragosto fuori, magari con una grigliata in un prato o un pic nic in spiaggia. Poco importa se il nostro desiderio è lo stesso di migliaia di altre persone, per cui ci troviamo incolonnati per ore sulle strade o ci stressiamo nella ricerca di un fazzoletto d’ombra in mezzo alla natura, schivando decine di altre griglie fumanti. Non è forse che dietro a questo desiderio collettivo, si cela la paura di essere diversi? Non si prende nemmeno in considerazione l’ipotesi di starsene comodamente a casa, rimandando magari la stessa iniziativa in un giorno meno caotico, ma il timore di essere considerati asociali ci sottopone a supplizi estenuanti.

Come diceva Giorgio Gaber a volte dovremmo gustare l’idea di non esserci, il pensiero delle tensioni che accompagnano le cose da fare nelle feste comandate dovrebbe farci preferire la tranquillità e la possibilità di trascorrere del tempo senza fare nulla. Forse perché la vera vacanza è quella da noi stessi.

Se avessimo poi un territorio più propenso a farsi visitare, con bar aperti e funivie in attività sarebbe più semplice organizzare una gita anche in altri periodi dell’anno.

Vittorio Barazzotto

 

L’individualismo è un nostro limite


“I lavori procedono regolarmente”. L’amministratore delegato di ANAS, Aldo Isi, presente ieri in Prefettura a Biella, ha così risposto alle domande sul cantiere del ponte della Tangenziale, che tiene in scacco centinaia di biellesi in un’estate dal continuo bollino nero sulle nostre strade. Non si sono intravisti imbarazzi, nemmeno l’accenno di un dispiacere per i disagi che questi lavori stanno portando tutti i giorni ai biellesi. Ammettendo placidamente che i lavori procedono come da programmi, si ritiene legittimo bloccare la principale arteria di viabilità di una città con un cantiere fermo per la maggior parte dei suoi giorni, Vedendo i tempi di intervento effettivi, probabilmente si sarebbero potuti impiegare 15  giorni, anziché i 90 pianificati. Per ANAS evidentemente questa non è una priorità e in effetti la presenza del suo A.D. a Biella era in realtà dovuta ad un altro cantiere, ben più grande, quello della prossima “Pedemontana” che collegherà il nostro capoluogo all’autostrada.

Su questo fronte, nonostante la concretizzazione  della Pedemontana sia il risultato di un lavoro partito da lontano, voluto da Chiamparino e poi poco incoraggiato da Cirio, la convocazione di una riunione a Biella di FdI con scarsissimo preavviso non ha consentito la partecipazione di molti rappresentanti strategici, come ad esempio il presidente della Provincia o il ministro Pichetto.

Ricordo che il progetto che seguii personalmente della Pedemontana ottenne il via libera, così come il collegamento ferroviario,   proprio perché con la giunta regionale Chiamparino lavorammo sulla condivisione di intenti con tutti gli attori politici ed enti della Provincia   a prescindere dal loro schieramento.

Purtroppo, il biellese non impara mai dai propri errori. Solo nella coesione e nella condivisione si possono raggiungere obiettivi comuni negli interessi del nostro territorio. L’individualismo  è sempre stato un nostro limite e gli effetti sono palesi.

Vittorio Barazzotto

Basta una pillola


La medicina ha migliorato la qualità della nostra vita, tanto da farci credere  di poter risolvere ogni problema.

Forse per questo si ricorre sempre di più a psicofarmaci per contrastare ansia, insonnia, depressione e malesseri emotivi. Il dato nazionale è confermato anche da Giuseppe  Pennino, presidente di Federfarma  Biella Vercelli , che rileva un aumento del consumo per le persone over 25.

Gli psicofarmaci non vanno demonizzati, ma va rilevato un loro utilizzo disordinato, spesso con terapie “fai da te” che incentivano l’uso familiare, per cui tanti studenti, per gestire  lo stress di un’interrogazione, ricorrono all’ansiolitico che trovano in casa. Abitudini che, nate magari casualmente, si possono trasformare in dipendenze difficili da gestire successivamente sino ad essere letali se abbinate ad alcool e a droghe.

Con rispetto per i casi più complessi, spesso le gocce che mettiamo in un bicchiere sono le parole che non riusciamo più a scambiare con gli altri, a causa di una socialità sempre più complicata. A Biella, poi, la nostra atavica difficoltà ad interagire con il prossimo rende la solitudine ancora più profonda.

La mancanza di rapporti sociali abbraccia tutte le fasce d’età e quelli più afflitti sono gli anziani, senza punti di incontro e sempre più numerosi nella nostra provincia, in cui molti centri di accoglienza rimangono ancora inspiegabilmente chiusi.

Vittorio Barazzotto

Nessuna critica nella terra degli opossum


Comincio persino ad annoiarmi nello scrivere ancora sul ponte della tangenziale, ma oltre a tutte le mancanze che sono state osservate, come la scarsa lungimiranza e l’assenza di programmazione, il caso è rappresentativo di come le istituzioni e i partiti locali si rapportino e si approccino ai problemi in generale. La regola di base è quella poco simpatica del “cane non mangia cane”. Ad esempio, se sono all’opposizione in Comune posso permettermi di fare anche solo una velata critica alla Provincia,  dove invece sono in maggioranza? La risposta è NO. Se governo insieme a quelli che sono avversari al Parlamento e pure nelle amministrazioni locali, posso fare una contestazione? Ovviamente, NO. Se sono all’opposizione, ma non so bene con chi in futuro potrò allearmi e poi perché meglio tenersi tutti amici, è il caso di criticare?  Meglio di NO! Posso andare contro al governo, alla Regione o alla Provincia che però sono miei alleati? Assolutamente NO! Bene, direi che il quadro è perfetto per chi vuole mantenere quel poco di potere e soprattutto tutte le porte aperte per garantirsi un futuro tranquillo. Fingersi morti come gli opossum in pericolo è una buona tecnica. Peccato che ci rimetta il cittadino che da qualche anno questo giochetto l’ha scoperto e ripaga il suo dissapore nel non andare a votare. A margine va riconosciuto al temerario Moscarola di metterci la faccia e non demorde, anzi si arrabbia e lo esterna pure, trovando inaudito che l’Anas dia un esempio di quella Italia che non vorremmo vedere, (ma che abbiamo) trovando scuse del tipo che è colpa dei ritardi nella consegna dei materiali! Una terra di opossum per fortuna ha trovato una Prefetta,  tutt’altro che arrendevole, che supplisce ad una classe dirigente che ha dimenticato che il Biellese andrebbe servito anziché servirsene.

Vittorio Barazzotto

 

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