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Vita dura per i pedoni


Un’indagine recente rivela che in Italia il 91% degli automobilisti si sente insicuro alla guida durante l’inverno. Tra le fonti di preoccupazione  è segnalata anche la scarsa illuminazione delle strade.

Nella nostra provincia, questo problema è sentito; in molti incroci, infatti, le luci sono assenti e spesso coincidono solo con quelle dei semafori, quando presenti. Molti, anzi troppi, attraversamenti pedonali non sono adeguatamente segnalati e le auto hanno una visuale insufficiente sulle persone presenti sul ciglio della strada. A questo si aggiunge la scarsità di dossi per ridurre le velocità delle auto che sfrecciano, incontrollate, nelle nostre strade, tenuto anche degli scarsi presidi di controllo.

Sembra banale ricordare che un’adeguata illuminazione stradale, in particolare nei punti critici delle strisce pedonali e degli incroci, rappresenta una garanzia per la sicurezza dei cittadini, eppure non lo è se consideriamo i numeri. in crescita nel biellese, di pedoni investiti dalle auto, con conseguenze a volte nefaste, soprattutto se le vittime sono anziane, come segnalano gli episodi di cronaca locale.

La sicurezza delle nostre strade e dei nostri paesi è una delle priorità nell’agenda di ciascun sindaco, che ha il compito di rendere un servizio alla cittadinanza, preservandone prima di tutto la salute e l’incolumità. La disponibilità delle luci ad alta efficienza a basso consumo e la diffusione dei pannelli solari dovrebbero incoraggiare la messa in sicurezza dei tratti stradali più problematici. Non intervenire non significa mancanza di fondi, ma disinteresse e scarsa volontà.

Vittorio Barazzotto

 

Pochi progetti molta confusione


Tanti cantieri, pochi progetti e nessun direttore dei lavori a Biella. Nei giorni scorsi i consiglieri comunali del PD hanno criticato l’assessore Bessone per avere dedicato un eccesso di risorse alla ristrutturazione di scuole che, visti i dati demografici, tra pochi anni rischiano di trasformarsi in edifici fantasma. Lo stesso cartellino giallo non è stato sollevato però per il presidente della provincia, collega del medesimo partito, il cui ente ha investito importanti risorse per gli istituti scolastici di competenza provinciale. Strano che si tratti solo di una dimenticanza.

Anche il teatro Sociale è oggetto di interventi di restyling, tanto da aver dirottato la programmazione della stagione sul cinema Odeon. Ancora una volta osserviamo alcune dimenticanze: la posa di un parquet di legno e di pannelli fonici per ottimizzare l’acustica, che i grandi artisti che si sono esibiti negli anni nel nostro migliore salotto hanno sempre ritenuto ottima, ma perfezionabile con queste due migliorie, che, oltre ad aumentare la qualità del suono renderebbe molto appetibile il teatro per le registrazioni portando a Biella nuovo ossigeno.

Un altro cantiere si è impossessato, invece, del Museo del Territorio, chiuso per alcuni lavori che hanno suscitato il disappunto dello stesso assessore alla cultura, ignaro dei progetti. Pur sorpresi, noi ci uniamo alle sue preoccupazioni e ci chiediamo chi stia coordinando gli interventi e quali obiettivi si vogliano perseguire, dato che il museo è nato per pensare al nostro futuro e mantenere la nostra identità, che ultimamente sta vacillando parecchio.

Abbiamo perso invece ogni speranza sulla funicolare (per non parlare delle funivie di Oropa), a cui non si dedica nemmeno più un cantiere e che sembra ancorata in un limbo di perenne indecisione sulle sue sorti. Nello stesso Piemonte a pochi chilometri da qui, le funivie del Monte Rosa, per non parlare di quelle del Monte Bianco, palesano una tecnologia tra le migliori del mondo ed è abbastanza triste essere incagliati da anni per un tiro di fune.  In questa cornice di capacità di programmazione e di managerialità, la marginalità del nostro territorio sarà sempre maggiore e pensare di collegarci a Milano, ad esempio, rimane solo utopia.

Vittorio Barazzotto

 

La Madonna s’inchina al giro


L’accordo raggiunto per conciliare la processione secolare d’Oropa con la tappa del giro d’Italia è la notizia della settimana. L’apertura dei cancelli sarà anticipata a sabato per lasciare il giorno successivo la ribalta mediatica alla corsa ciclistica.

Il risultato che è stato raggiunto è l’espressione di quanto i tempi cambiano. Da assessore alla cultura del comune di Biella nel 1996 mi prodigai per portare il Festivalbar a Oropa, dopo che l’organizzatore di allora Vittorio Salvetti rimase colpito dalla suggestione del luogo. L’idea era quella di avvicinare i giovani ad un luogo sacro e far conoscere Oropa a tutto il Paese.

La mia proposta venne travolta dall’ostracismo della curia, dei giornali e delle opposizioni e lo sdegno fu tale da far sbilanciare anche gli agnostici nello scagliarsi contro l’evento, ritenuto irrispettoso e irriverente.

A maggio del 2024, dopo trent’anni, i fedeli si adatteranno al calendario sportivo senza alcun moto di disappunto. Addirittura interrompendo una tradizione di oltre quattro secoli. Siamo stanchi, sempre più indifferenti e distratti e non riusciamo nemmeno a renderci conto che i tempi non solo cambiano, ma, soprattutto, ci cambiano. Il dubbio se in meglio.

Vittorio Barazzotto

Gioco d’azzardo, il dramma nascosto


Nel 2022 in Piemonte il giro d’affari del gioco d’azzardo è stato di 8 miliardi di euro, con un’incidenza di circa 6000 euro a giocatore. Questo dato rende la nostra regione la prima in Italia per l’espansione dell’azzardo dopo la regressione subita negli anni della pandemia.

La liberalizzazione concessa nel 2021 dall’attuale giunta regionale, ha fatto ricadere nella ludopatia gli astinenti, che hanno ritrovato nei bar sotto casa le slot machine che li avevano rovinati.

Molti cittadini e alcuni comuni piemontesi hanno sostenuto una proposta di modifica dell’attuale regolamentazione del gioco, al fine di ridurne gli effetti devastanti sulle persone, esattamente come fece la giunta Chiamparino che, per salvaguardare le vittime dell’azzardo e i loro familiari, promulgò una legge di contrasto alla ludopatia. Fu una scelta impopolare, che scontentò molti esercenti e che condizionò parecchio il risultato elettorale successivo.

Tutti sanno che l’azzardo rappresenta un ottimo strumento per “lavare” il denaro e la ‘ndrangeta, che in Piemonte ha una presenza e significativa, lo sa bene. Fa precipitare le famiglie che hanno al loro interno componenti vittime di questa sciagura, in una sorta d’inferno e aumenta la spesa socio-sanitaria a carico dello Stato, che deve curare le vittime.

In questi giorni la proposta di modifica della legge attuale è stata bocciata dalla Regione, che tuttavia ha promesso di avviare campagne di sensibilizzazione per il contrasto al gioco patologico, con la tipica ipocrisia dello stato che cura gli effetti di quello che non ha avuto la convenienza di contrastare. Vista però la scarsa indignazione che dovrebbe invece destare il fenomeno del gioco d’azzardo, un colpo di telefono all’ufficio marketing dell’Esselunga, io lo farei!

Vittorio Barazzotto

Solo dei grandi uomini possono formare degli altri grandi uomini


A fine mese ricorre l’anniversario della morte di Franco Rigola, il grande preside dell’ITIS che ci ha lasciati tre anni fa. E’ un po’ riduttivo ricordarlo in questo spazio, perché la sua impronta alla storia della scuola è stata profonda, tanto da avere intitolato una sala alla sua memoria nel palazzo del Ministero dell’Istruzione a Roma.

Grazie alla collaborazione continuativa con gli uffici della Pubblica Istruzione, Rigola portò a Biella i primi indirizzi scolastici “sperimentali”, divenuti oggi le scuole che la maggior parte degli studenti frequenta quotidianamente e questa spinta innovativa diede l’impulso all’ampliamento della sede di via Rosselli e di Città Studi. Fu pioniere dell’autonomia scolastica e la sua professionalità, riconosciuta anche dai ministri dell’istruzione avvicendatisi negli anni, si coniugava con l’attenzione alla didattica e alla storia del territorio, come dimostra l’avvio degli indirizzi di formazione professionale post diploma dell’ITS TAM.

Ognuno di noi ha la memoria sempre più corta, forse per il frastuono della vita quotidiana, tuttavia, un territorio che vuole guardare al futuro deve fare lo sforzo per ricordare i grandi personaggi che hanno dato lustro a Biella, soprattutto ora che ci sentiamo attorniati da improvvisazione e approssimazione. Il luogo dove custodire la nostra storia per interpretare il presente esiste già: è il Museo del Territorio. Purtroppo nel biellese siamo in molti, a partire dai vertici istituzionali, a non renderci conto che il nostro passato è più vivace del tempo che stiamo vivendo. Si parla molto di patriottismo, io preferisco parlare di servitori dello Stato, e se qualcuno ha dato il suo contributo alla società senza interessi personali, questo è proprio Franco Rigola, che meriterebbe di essere ricordato per il suo impegno alla crescita della formazione per il futuro.

Vittorio Barazzotto

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