Tra il sacro e il profano, siamo pronti a festeggiare la Pasqua. Il sacro in questa festa, che rappresenta la celebrazione più importante per i cristiani, si sta però riducendo via via a favore della festa, sempre più protagonista con le uova, le grigliate o le ferie. I valori su cui si fonda la nostra civiltà, di cui a volte ci ricordiamo solo quando sono strumentalizzati dai politici populisti, sono il collante comune che ci tiene uniti e vicini.

Non è grave di per sé perdere il legame con la tradizione cattolica, quello che preoccupa è il rischio di non identificarsi più in niente e non porsi domande sull’essenza dell’uomo. Per gli antropologi, la religione ha la funzione di dare ordine alla società, di rafforzare i legami e di incentivare la solidarietà e riesce a placare le ansie e le paure delle persone.

Se si frequentano le classi delle nostre scuole biellesi, si nota che i musulmani o gli ortodossi sono ancora molto praticanti e questo consente loro di saldare i legami di fratellanza e solidarietà, valori che i loro coetanei cattolici di nascita a volte si vergognano di dichiarare.

L’assenza di regole morali non genera libertà, ma disaggregazione sociale e al calo della partecipazione religiosa non corrisponde una maggiore consapevolezza e stabilità delle persone, anzi siamo tutti testimoni dell’aumentano progressivo del disagio e dell’aggressività.

La Pasqua deve essere lo spunto per porsi delle domande e il significato della rinascita può essere trasposto nel desiderio laico di migliorare se stessi e la società in cui viviamo.

Buona Pasqua.

Vittorio Barazzotto