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Aurelio Giampaoli è stato un vigilie del fuoco che, durante gli anni del servizio militare, morì a soli 21 anni, più di 50 anni fa, durante un’operazione di spegnimento di un incendio a Lessona. E’ stato ricordato martedì durante la cerimonia con cui gli hanno intitolato la caserma di Biella e la scelta della comandante ha consentito a molti di noi di conoscere il sacrificio di un ragazzo che non tornò più a casa a riabbracciare la figlia. La trama su cui si costruisce una comunità è la sua storia e il saper mantenere la memoria delle persone che l’hanno costruita è un dovere civile delle istituzioni. Nel Museo del Territorio esiste una sezione che racconta i personaggi illustri locali, molti di questi li conosciamo solo per le vie o per le piazze, nulla di più. E’ necessario continuare ad alimentare la nostra memoria e questo giornale fa la sua parte con la rubrica del mercoledì “Lei non sa chi sono io” curata da Edoardo Tagliani, che racconta storie che abbiamo scordato, talvolta che non abbiamo mai nemmeno conosciuto, di persone che hanno lasciato un’impronta del loro passaggio. Non si tratta di ricordare sempre e solo personaggi che sono immortalati nei libri di storia, ma anche di onorare persone a cui dobbiamo gratitudine perché hanno fatto bene il loro lavoro. Vorrei che la prossima cerimonia di intitolazione fosse dedicata a Sante Geromel, che evitò molte vittime dalla caduta del ponte della tangenziale nel 1993. Un eroe!
Vittorio Barazzotto
- Aurelio Giampaoli, eroe, memoria, museo del territorio, Sante Geromel, vigile del fuoco

Questa settimana sono due gli eventi che ci hanno aiutato a migliorare un po’ il nostro umore. San Valentino, che i più cinici associano solo ad una festa commerciale, porta con sè un significato che rimane immutato nel tempo, quello della celebrazione dell’amore, che ognuno si sente libero di dimostrare senza imbarazzo, come succede anche ai miei allievi più esuberanti, che si inteneriscono con cioccolatini, peluche o fiori. L’altro evento è il festival di Sanremo, che è l’ultimo grande spettacolo televisivo ìn chiaro seguito da milioni di persone di tutte le età e come tale diventa un tema di discussione e di confronto. L’offerta di intrattenimento è così ampia, da rendere sempre più difficile condividere gli stessi interessi e questa possibilità quasi infinita di scelta ci sembra una libertà, invece ci trasforma sempre di più in persone isolate e tristi. Anche nel Biellese, il festival unisce le persone, nelle famiglie o in casa con amici. Al circolo dell’oratorio di Valdengo, ad esempio, ogni anno le serate del festival sono un’occasione di incontro per seguire lo spettacolo, tra le sale adornate con fiori per riprodurre il clima del teatro Ariston. E se questo vi fa sorridere, vuol dire che il festival di Sanremo è riuscito anche questa volta a portarci un po’ di leggerezza e ha creato uno spazio comune di incontro e di confronto, senza prenderci troppo sul serio.
Vittorio Barazzotto
- festival di Sanremo, San Valentino

Da qualche anno in Italia il rilascio del passaporto in tempi ragionevoli è un’impresa quasi impossibile.
La Questura di Biella, invece, è in controtendenza visto che è riuscita a far rientrare i termini per il rilascio dei passaporti entro i 15 giorni, grazie ad un lavoro di squadra e all’impegno di tutto il personale.
Questo è uno dei segnali che giungono dalla Pubblica Amministrazione a Biella. Anche la Prefettura di recente si è avvicinata ai nostri comuni per comprendere i bisogni in tema di sicurezza, manifestando una nuova determinazione, che avvicina lo Stato alle persone e facendole sentire meno sole. La volontà di servire la comunità emerge anche dalla scelta delle ragazze e ragazzi biellesi che si sono da poco arruolati nei carabinieri. Dai social e dai giornali emergono le foto, in queste settimane, di famiglie commosse e di giovani emozionati nel mettere le mostrine al termine del giuramento. Scorgere le lacrime sui loro volti dopo un percorso di selezione e un addestramento molto impegnativo mette in luce uno dei lati migliore della società.
La cronaca e ciò che viviamo quotidianamente sovente offre uno spaccato del mondo giovanile poco confortante. Molte delle canzoni dei loro beniamini sono piene di volgarità e invocano alla violenza. Storie di omicidi, di criminalità e una lontananza nei confronti delle istituzioni che sfocia nell’ignoranza. Sì, c’è anche questo. Per contro, senza scivolare nella retorica, c’è una parte sana che abbiamo brevemente descritto, e non solo quella, che fa sperare che non tutto è perduto, che questi giovani sono migliori di una classe politica al vertice legislativo che per un terzo quasi è indagata. Da loro si dovrebbe emulare l’esempio e scusarci se invece molti in posizioni di potere offrono scenari che ci fanno piangere, ma non per la commozione, ma per la rabbia.
Vittorio Barazzotto
- passaporto, Questura di Biella

- Amazon, elettrificazione tratto ferroviario, Masserano-Ghemme, Novara, pedemontana

- Auschwitz, ebrei, giorno della memoria

Curiosa la discussione sui treni che nelle ultime settimane aleggia anche nel Biellese, dove l’abbiamo scritto e ripetuto, il disservizio è cronico, ma anche il resto della nostra penisola non se la passa bene. A farne le spese sono in primis i pendolari, sfiancati e illusi da mille promesse. La questione domestica però ha preso una piega molto diversa da quella nazionale, visto che in altre regioni i toni sono aspri, più polemici e si cerca d’individuare i responsabili della condizione pietosa dei trasporti, soprattutto tra le rappresentanze politiche o amministrative per chiederne conto. Qui è diverso. Intervengono alcuni imprenditori, artisti, simpatizzanti ad evidenziare le “criticità” in riunioni alle quali vengono gentilmente invitati anche le vittime del “dis-servizio” cioè i pendolari. Encomiabile il garbo, il linguaggio, le preoccupazioni, lo scambio di opinioni, insomma un clima quasi salottiero e invidiabile per la pacatezza. Qualcuno accenna che si dovrà chiedere ai politici in generale una spiegazione. Ora che la politica per Rino Formica fosse sangue e merda, me ne scuso per il linguaggio poco in linea con il bon ton locale, è una grande verità, specialmente per noi che siamo piccoli e non facciamo paura a nessuno. Però proprio per questo, con altrettanta gentilezza, suggeriamo ai promotori delle prossime riunioni sui treni d’invitare, anche una piccola, ma significativa rappresentanza di quel plotone di politici, oggi al potere, che son passati in passerella nel Biellese accolti e ricevuti con tutti gli onori, pubblici e privati. Hanno nomi e cognomi e hanno responsabilità, non abbiate paura non vi morderanno. Sono loro che vi, e ci, hanno illuso. Il resto è fuffa.
Vittorio Barazzotto
- disservizio cronico, treni