Un soffitto stellato

Da una quindicina giorni, davanti all’ingresso della stazione di Biella, una giovane coppia trascorre le notti su un marciapiede a fianco del cestino dei rifiuti. Niente tenda, niente riparo: solo alcune borse, coperte

sottili e l’asfalto sporco come giaciglio. Chiunque passi di lì non può non notarli.

Non si tratta solo di due persone senza casa: la loro presenza mette a nudo un paradosso. In una città prospera, dove non mancano associazioni e risorse, due ragazzi restano invisibili, senza che arrivi una mano

concreta, un intervento, una proposta.

E allora la domanda si impone: che cosa dice di noi una comunità che lascia due giovani dormire sul marciapiede, davanti agli occhi di tutti? Forse che la povertà, quando si mostra così nuda e ingombrante, è più

facile da ignorare che da affrontare.

Quella coppia ci ricorda che la vulnerabilità non appartiene solo a “qualcun altro”, lontano da qui. È presente, in mezzo a noi. E la vera questione non è quanto a lungo loro continueranno a restare lì , ma quanto a

lungo noi continueremo a passare oltre. Ricordo Augusto Festa Bianchet, anche lui dormiva su un giaciglio di fronte ai portici della Standa, nonostante gli avessero messo degli spuntoni per farlo andare un po’ più

in là . Una notte  andò talmente più in là che delle belve assassine, a forze di botte, di sevizie, urinandogli addosso lo spedirono al Creatore. I massacratori sono rimasti impuniti e non individuati. La storia non si è mai chiarita e i sospetti sono

sempre stati tanti. Biella che era molto più scintillante di oggi, scrisse una delle sue pagine peggiori. Ecco, sarebbe tragico che gli unici ad accorgersene di questa coppia fossero dei proseliti di allora. Alcuni vizi si tramandano.

Vittorio Barazzotto