Buongiorno, grati per l’attenzione e con preghiera di darne diffusione. Cordialmente
Abbiamo appreso dai media locali le modalità con cui le Autorità coinvolte intendono gestire i lavori sul ponte della tangenziale. È ovvio che, nell’immediato, vi siano poche alternative alle decisioni prese. Dispiace che, come capita da anni a Biella, a tutti i livelli, i problemi vengano affrontati a “spizzichi e bocconi” e che ci si occupi di ogni tema rilevante solo con logiche emergenziali, senza visione e senza lo sguardo rivolto alla soluzione del problema. L’area urbana – ripetiamo – è quotidianamente vissuta da circa 100.000 persone; i volumi di traffico rilevati non sono certo proporzionali alla riduzione e invecchiamento della popolazione né alla minore dinamicità economica e sociale di 20 anni fa. Il.tema dell’ingresso/uscita dalla Città non può avere come canale principale solo l’accesso dato dal ponte di corso San Maurizio. Da qui la nostra duplice proposta – ignorata, sbeffeggiata e manco presa in considerazione dalle Autorità – di ripristinare il “guado’ realizzato nel 1994 e di avviare uno studio di fattibilità per realizzare, tra Chiavazza e Valdengo, un secondo attraversamento del Cervo per collegare davvero le due parti del Biellese che il corso d’acqua divide. Qui non è questione di destra-sinistra, ma è solo questione di risolvere un problema che sembrava risolto con i lavori del 1994-96. Essendo passati quasi 30 anni, forse, è bene riconsiderare il tutto. È ovvio che questa sarebbe una soluzione costosa, ma certamente non più costosa di inutili rifacimenti di slarghi cittadini che non sono e mai saranno “piazze” o di ipotetici “musei della moda”, che sono solo “lazzi e frizzi” acchiappavoti, ma che, purtroppo, non “acchiappano” il futuro.
GIANLUCA SUSTA
VITTORIO BARAZZOTTO