Forse perché assuefatti da una sequenza continua di cattive notizie, non riusciamo a dare il giusto peso agli appelli accorati del mondo del lavoro e che danno speranza sulla vitalità della nostra economia.
Parliamo delle difficoltà nel reperire camerieri, lavapiatti, maître di sala da parte di ristoratori ed albergatori biellesi che spesso limitano le proprie commesse, proprio a causa della mancanza di personale.
Per la famiglia Tosetti, che a Biella gestisce il più grande albergo cittadino, le candidature sono ridotte al minino, tant’è che dal 2019 non si ricevono quasi più curriculum per la messa in disponibilità al lavoro.
Anche per le famiglie Maio e Ramella, specializzate in ristorazione e nell’organizzazione di catering, il reperimento di lavoratori è sempre più complesso.
Le cause sono molteplici. In primis le scuole professionali che in Italia privilegiano poco l’esperienza lavorativa; gli istituti si sforzano nel gestire stage estivi per gli studenti degli istituti alberghieri, ma i programmi ministeriali rimangono ancorati ad un’impostazione più teorica, a scapito dell’esperienza in campo.
Gli stage estivi inoltre spesso vengono visti dai giovani come opportunità non solo lavorative, per cui sono incentivati a trascorrere la stagione in luoghi di villeggiatura, scontrandosi talvolta con delusioni e, nei casi peggiori, con situazioni di sfruttamento che li demotivano nel tornare a cercare nuovi impieghi.
Poi contribuisce l’annosa questione dell’indennità di disoccupazione e del reddito di cittadinanza, soprattutto se ne beneficiano i ragazzi, che non funge da incentivo e che spegne l’intraprendenza giovanile.
Mettere in equilibrio tutti questi fattori non è difficile se si iniziano a rivalutare gli stage e gli impieghi stagionali in strutture della zona di residenza, così da creare un canale diretto tra scuola e lavoro, formare i ragazzi ad una professione e, al contempo, contribuire alla crescita di imprese locali. Urge però una riforma ministeriale delle scuole professionali per renderle meno scollate dalla realtà e per addestrare efficacemente le nuove generazioni al lavoro.
Vittorio Barazzotto