La politica è necessaria, ma l’etica e la cultura sono indispensabili

“La politica è necessaria, ma l’etica e la cultura sono indispensabili”. Potrebbe essere sintetizzato in questa sua frase il lascito morale di Aldo Sola: uomo, medico, partigiano, sindaco, intellettuale, amico. La sua morte, oltre all’inevitabile carica di dolore e vuoto che ogni perdita genera al suo intorno, evoca domande inquietanti sul nostro presente e sul nostro futuro: quanto vale, per un Paese e la sua gente, la memoria storica? Quanto è necessario che questa sia narrata in prima persona da chi ha vissuto momenti tragici e grandiosi della nostra storia?

Perché soprattutto questo, è stato Aldo: un testimone che ha saputo restituire socialmente la drammatica ed entusiasmante esperienza vissuta. Drammatica per le vicende di guerra, sangue e povertà che hanno caratterizzato il primo ‘900 italiano. Entusiasmante per un dopoguerra vissuto con intensità da parte di chi si è fatto carico della ricostruzione sociale e democratica del nostro Paese. Un brivido mi è corso lungo la schiena alla notizia della sua morte: portava con sé il dispiacere di sapere che lui non c’è più, unitamente  alla consapevolezza che la sua è una generazione in estinzione non solo fisica, ma morale.  E l’idea che questa nostra società, in futuro, non ne abbia più memoria mi angoscia.

Queste vite diventeranno qualche riga di sussidiario, qualche testo di storia scomodo da consultare? Diverranno generatrici di noia per studenti inconsapevoli di dove poggiano le fondamenta della nostra democrazia? O riusciremo noi, generazione dopo generazione, a farci carico della loro testimonianza come fosse un dna che non dimentica gli errori e non li replica? I segnali che ci giungono dall’agone politico, ora in fermento elettorale, non sono di buon auspicio. Con la memoria storica questo Paese rischia di perdere per strada il senso di solidarietà sul quale si è basata la vita di molti di quei protagonisti. Si perde così, e già il processo è in corso, il senso della comunità e quello della responsabilità verso di essa. E, come era solito ricordare anche Montanelli: “Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”.