In Consiglio Regionale quest’anno abbiamo lavorato parecchio sui temi ambientali. L’amore e il rispetto per l’ambiente in cui viviamo non può prescindere da tutto il ragionamento politico ed economico. Proprio per questa ragione è utile normare, per quanto possibile relativamente alle competenze regionali, tutte le situazioni che, in qualche modo, lo espongono a qualche rischio oggettivo.
DOPO 38 ANNI DI ATTESA APPROVATA LA NUOVA LEGGE SULLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE
Il Consiglio Regionale ha approvato in via definitiva la Proposta di Legge n. 165, “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave”. Con essa, dopo 38 anni, il Piemonte torna a essere una Regione all’avanguardia in un settore complesso che non poteva più vedere rimandata una revisione normativa. La legge regionale 69/1978 era, infatti, figlia di una cultura obsoleta che vedeva le risorse naturali come inesauribili e a completa disposizione dell’uomo. Oggi, invece, noi sappiamo che le risorse sono limitate, che il nostro destino è intimamente connesso a quello della natura e che dobbiamo porci il problema del consumo di suolo, della diminuzione della produzione dei rifiuti e dell’innalzamento dei tassi di riutilizzo e riciclo, come peraltro richiede l’Unione Europea. Il percorso che è stato intrapreso al fine di dare una risposta proprio a tali problemi è stato condiviso con i diversi portatori di interessi sul territorio (sindaci, università, imprenditori, associazioni ambientaliste).
APPROVATA LA RIFORMA DELL’ARPA
Il Consiglio Regionale ha definitivamente approvato la riforma dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA). La misura interviene organicamente su tutti gli ambiti della disciplina dell’agenzia: funzioni, organizzazione, dotazione organica e finanziamento. Tra le disposizioni di carattere generale, la prima necessità a cui la riforma intende rispondere è quella di assicurare efficacia all’esercizio dell’azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell’ambiente a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica. In questo quadro, ad ARPA viene affidato il compito non solo di garantire l’attuazione degli indirizzi programmatici della Regione, ma anche di svolgere attività di controllo, supporto e consulenza tecnico scientifica nei confronti, per esempio, degli enti locali o delle aziende sanitarie.
PIANO REGIONALE RIFIUTI
Il Consiglio Regionale ha definitivamente approvato la delibera di adozione del Piano Rifiuti 2016-2020. La misura contiene numerose novità e consentirà di raggiungere tutti gli obiettivi espressi dalla disciplina nazionale e comunitaria, che negli ultimi anni si è evoluta al punto di trasformare la gestione dei rifiuti in uno strumento di natura economica e ambientale, nel solco tracciato dal legislatore europeo, e che oggi viene da più parti definito come “economia circolare”. Oltre a una riduzione complessiva dei rifiuti entro il 2020, il Piano si propone di raggiungere il 65% di raccolta differenziata in ogni ambito territoriale e il 50% di tasso di riciclaggio complessivo. Per quanto concerne i rifiuti residuali non riciclabili, invece, stimati al 2020 pari a 671 mila tonnellate, si prevede la loro valorizzazione energetica direttamente nel termovalorizzatore di Torino (346 mila tonnellate) oppure tramite produzione di combustibile solido secondario (96 mila tonnellate) da inviare in parte al cementificio di Robilante e in parte in impianti fuori regione. In ogni caso rimane fermo il proposito di arrivare a conferire in discarica meno del 10% dei rifiuti totali.
AMIANTO: PIANO REGIONALE 2016-2020
L’Assemblea di Palazzo Lascaris ha dato il via libera definitivo al Piano regionale amianto 2016-2020, ultimo atto di un iter iniziato a giugno 2015, con la presentazione del provvedimento da parte della Giunta regionale, e proseguito con la sua approvazione, il 17 febbraio, da parte delle Commissioni consiliari competenti (Sanità e Ambiente). Si tratta di un progetto ambizioso e ricco di contenuti, che porterà alla pressoché totale eliminazione di manufatti contenenti amianto entro il 2025. La cifra complessivamente stanziata per l’intero quadriennio in oggetto è di 30 milioni di euro, ripartiti in diversi ambiti d’intervento. Individuato come prioritario il completamento della bonifica degli edifici scolastici di proprietà pubblica, a cui sono destinati 15 milioni, mentre due milioni andranno alle Atc per interventi analoghi sui loro immobili. Cinque milioni, peraltro liberi dai vincoli di Patto di stabilità, sono invece le risorse in materia per le pubbliche amministrazioni. Ulteriori 2,5 milioni sono stanziati sul capitolo raccolta e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto, e 500 mila euro sono destinati alla bonifica da “polverino” delle aree di Casale e Corio-Balangero, che già godono di contributi statali dedicati per circa 80 milioni di euro. Accanto a questi interventi sono da segnalare i progetti di mappatura dell’amianto di origine naturale (con la pubblicazione e l’aggiornamento di cartografie e dati e l’indicazione di indagini geologiche preventive alla realizzazione di opere edili), così come di quello di origine antropica. Dal punto di vista della logistica e dello smaltimento, il proposito della Regione è quello di individuare e autorizzare nuovi impianti per lo stoccaggio sicuro, come celle dedicate all’interno delle discariche attualmente in uso e impianti sotterranei e cave o miniere dismesse. Il documento approvato tocca anche questioni di natura sanitaria, prevedendo di particolari misure di sorveglianza e il registro dei mesoteliomi maligni.