Un anno di lavoro: la sanità secondo il Consiglio Regionale

Dicevamo che il Piemonte è tornato a investire in sanità, e che questo è un bene per noi Biellesi che abbiamo a disposizione una delle strutture ospedaliere più competitive a livello regionale. Con le Case della Salute, siamo giunti al momento di realizzare quella assistenza primaria capillare sul territorio che ci eravamo immaginati con il piano sanitario regionale per alleggerire i Pronto Soccorso e gestire meglio le cronicità. Abbiamo, tra le varie azioni legislative, anche destinato nuove risorse alla rete per l’autismo. E di questo avevo già dato conto in articoli recenti, proprio su questo blog.

Ora, per chi volesse approfondire, è il caso di fare una panoramica, in estrema sintesi, di alcune della maggiori iniziative legislative che il Consiglio Regionale ha preso in tema di sanità in questo 2016 e dei loro effetti.

NUOVI LEA PER DARE RISPOSTE AI NUOVI BISOGNI DI SALUTE DEI CITTADINI: INSERITI AUTISMO, ENDOMETRIOSI, CELIACHIA, PREVISTI NUOVI VACCINI E AGGIORNATO ANCHE IL NOMENCLATORE DELLE PROTESI ALLA LUCE DELLE NOVITÀ TECNOLOGICHE
A settembre, la Conferenza delle Regioni ha dato parere favorevole sullo schema di decreto che ridefinisce i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè individua in modo dettagliato e puntuale le attività, i servizi e le prestazioni garantite ai cittadini dal SSN. Si tratta di un provvedimento di grande importanza: dopo 15 anni era necessario aggiornarli alla luce dei nuovi bisogni di salute dei cittadini. Ottimista l’assessore Saitta, che è anche coordinatore della Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, che annuncia che “ci sono diverse innovazioni e occorrerà modulare in modo l’erogazione delle nuove prestazioni. Siamo di fronte ad un cambiamento strutturale importante e occorrerà lavorare affinché i servizi sanitari regionali possano organizzarsi. Tra le prime operazioni da fare c’è l’individuazione di tutte le prestazioni obsolete”. L’elenco dei nuovi Lea, ovvero le cure garantite dal Servizio sanitario nazionale ai cittadini gratuitamente o pagando un ticket, comprende la fecondazione assistita omologa ed eterologa (comprese le prestazioni che precedono l’accesso alle tecniche), le cure per l’autismo, per l’endometriosi, l’adroterapia, la ludopatia, la terapia del dolore (con l’anestesia epidurale per il parto), l’assistenza per la celiachia (considerata patologia cronica), 110 nuove malattie rare prima non previste (come la sarcoidosi, la sclerosi sistemica progressiva o la miastenia grave), lo screening neonatale per la sordità congenita, la cararatta congenita e per le malattie metaboliche ereditarie. Infine, sul fronte dei vaccini vi sono l’introduzione di nuovi prodotti come anti-papillomavirus, anti-pneumococco ed anti-meningococco, e l’estensione a nuovi destinatari (ad esempio, per il papillomavirus il vaccino viene erogato anche agli adolescenti maschi). Viene aggiornato anche il nomenclatore dell’assistenza protesica, che risale al 1999.

È notizia della scorsa settimana che il provvedimento sui nuovi Lea ha avuto il via libera delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato, e la bozza dovrebbe approdare in Cdm entro fine anno.

DIABETE: LA REGIONE ISTITUISCE LA RETE TERRITORIALE PER LA PREVENZIONE E LA DIAGNOSI PRECOCE
In Piemonte, sono circa 280.000 le persone che soffrono di diabete, oltre il 5% della popolazione. Il 91% di questi sono adulti con diabete di tipo 2, gli altri sono persone con diabete di tipo 1- età pediatrica (circa il 5%), diabete gestazionale, diabete secondario e altri tipi di diabete. Dati in costante crescita.

Per garantire a questi pazienti una sempre migliore assistenza attraverso l’omogeneità e la condivisione dei percorsi di cura fra tutti i servizi competenti e coinvolti in ciascuna area del territorio regionale, la Regione Piemonte ha istituito la rete territoriale endocrino-diabetologica. Una rete all’avanguardia in Italia il cui modello si configura in quattro quadranti con centri hub di riferimento: per quanto ci riguarda, quello del Piemonte Nord-Est, che comprende le Asl di Biella, Vercelli, Novara e Vco, con centro hub l’Ospedale Maggiore di Novara.

NUOVO PERSONALE PER LA SANITÀ
Anche sul fronte del personale la sanità piemontese ha avviato un’importante inversione di tendenza. Le assunzioni effettuate dalle aziende sanitarie regionali tra 2015 e 2016 sono state tali da consentire un adeguato turnover e la stabilizzazione del personale precario, mentre per l’anno prossimo si prevede l’immissione nel sistema di ulteriori centinaia di nuove professionalità. Ad aprile 2015, grazie alla dimostrazione di aver avviato il risanamento dei conti pubblici, l’assessorato regionale alla Sanità è riuscito a ottenere (unica Regione tra quelle sottoposte in Italia al piano di rientro dal debito sanitario) lo sblocco totale per il personale sanitario, che ha consentito nel 2015 e nel 2016 di sostituire attraverso assunzioni di nuovi dipendenti e stabilizzazione dei precari tutti i dipendenti andati in pensione: le assunzioni sono state 2.600. Per quanto concerne il prossimo futuro, nel 2017 tutto il personale sanitario che cesserà l’attività sarà sostituito e il numero complessivo crescerà ancora di altre 500 unità, che serviranno in prevalenza per risolvere il problema dei riposi nelle turnazioni.

ATTIVAZIONE DI UN CENTRO REGIONALE PARKINSON
La malattia di Parkinson in Italia colpisce 250.000 persone: in Piemonte, secondo le stime più recenti, sono 20.000. Nel presidio ospedaliero Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino esiste da tempo un’attività specifica nell’ambito della struttura complessa di neurologia diretta dal professor Lopiano, che cura pazienti provenienti da tutto il Piemonte.

Da anni l’associazione dei pazienti AIP e l’associazione AAPP onlus chiedono che venga costituito un Centro Parkinson di riferimento regionale. A partire da gennaio 2017, si potrà provvedere alla costituzione del Centro Parkinson regionale che trova la sua collocazione naturale  nell’Azienda ospedaliera universitaria di Torino, dove si utilizzano le più innovative metodiche di diagnosi e terapia e dove afferiscono pazienti da tutto il Piemonte. In base alla programmazione regionale il Centro dovrebbe essere costituito da spazi ambulatoriali dedicati, letti di degenza per la selezione e il follow-up di pazienti sottoposti a terapie interventistiche. Prevista anche l’attivazione di percorsi diagnostici-terapeutici-riabilitativi per la diagnosi e la terapia della malattia di Parkinson e altri disturbi del movimento e l’attivazione della rete regionale, secondo il modello hub and spoke.

LUDOPATIA: APPROVATA LA LEGGE PER IL CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
Questa legge è volta a rispondere a esigenze di carattere sociale e sanitario. Non è un caso, del resto, se il Ministero della Salute ha da tempo inserito il contrasto alla ludopatia nei Livelli Essenziali di Assistenza, ossia in quei percorsi terapeutici universalistici interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Particolare rilevanza e centralità è stata data al tema delle slot machine. Le ragioni di questa scelta sono molto chiare: in primo luogo, si tratta di apparecchi che hanno una diffusione molto capillare (si calcola che esista oggi una macchinetta ogni 145 abitanti); in secondo luogo, attorno alle slot machine ruota la maggior parte dell’utenza e del giro d’affari legato al gioco. Diventa quindi vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino a una certa distanza (non inferiore a trecento metri per i Comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti) da luoghi individuati come sensibili (istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi e oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie). La legge prevede poi strumenti di natura fiscale per disincentivare l’installazione delle macchinette, primo tra tutti l’aumento dell’Irap dello 0,92% per i locali che ospitano slot machine e una riduzione dello stesso valore per chi ha deciso di non averne. Altre limitazioni concernono la pubblicizzazione del gioco, che viene proibita, e l’individuazione di fasce orarie di almeno tre ore giornaliere in cui, a esercizio commerciale aperto, le slot machine dovranno rimanere spente. In questo caso la responsabilità dell’attuazione della misura coinvolgerà direttamente i sindaci, ai quali è così data la possibilità di adeguare la normativa generale alle più specifiche esigenze delle rispettive comunità locali. Per quanto riguarda la tutela dei minori, le limitazioni previste dalle leggi vigenti sono estese anche all’utilizzo di quelle apparecchiature che non prevedono premi in denaro.