L’assessore regioanle alla Sanità Antonio Saitta ha illustrato, venerdì scorso a Biella, la nuova delibera sulla rete territoriale. Lo ha fatto di fronte ad una paleta di sindaci ed addetti ai lavori nella sala conferenze del nuovo ospedale. Ha spiegato come la recente delbera sul tema sia un contenitore di indirizzi per potenziare la rete territoriale: «Vogliamo avere dei suggerimenti, abbiamo creato un documento per condividere le proposte» ha spiegato l’assessore, investendo ufficialmente i nuovi direttori dei compiti che spetteranno loro. Affidando gli obiettivi: «I direttori dovranno pareggiare i conti, prendendo decisioni in termini sanitari e di rete territoriale». Ogni direttore deciderà chi è il capo di distretto ed entro l’anno dovrà definire le risorse da mettere in campo, le strutture da creare eventualmente, etc. Nei prossimi sei mesi avrà tempo per redigere il piano, che poi sarà finanziato dalla Regione dal bilancio 2016. Ma la novità vera sarà il coinvolgimento dei sindaci e dei territori nella fase di progettazione. I sindaci parteciperanno assieme al direttore alla costruzione del piano, perché le rappresentanze della comunità possono dare un grande aiuto in termini di idee e spunti e progettazione dei servizi. La Regione chiamia i Comuni in un ruolo che sino ad ora non hanno avuto, ossia la definizione degli obiettivi.
Durante la discussione è apparso chiaro come l’ospedale debba essere dedicato alle acuzie. Con il riordino territoriale si libera l’ospedale da compiti che non sono suoi. Così l’ospedale si concentra sull’eccellenza. A giugno si chiuderà la delibera ed entro fine anno sarà varato il piano.
Il privato accreditato per l’assistenza territoriale, ha poi concluso Saitta, può svolgere un ruolo, che corrisponde a ciò che il pubblico non può fare. E per questo la Regione sta rivedendo il rapporto con i privati, con l’obiettivo di rimodulare gli equilibri.
«Oggi l’ospedale è autorevole – ha concluso Saitta -, non lo è ancora l’assistenza territoriale. Per questo assumeremo una delibera di principio e integreremo con le osservazioni dei vari territori». Il tutto impostando nuove relazioni con tutte le professioni sanitarie non mediche all’insegna di semplificazione e sobrietà.