Sete di potere

Da qualche mese la gestione dell’acqua, (che dovrebbe essere pubblica) sta occupando la cronaca. L’ EGATO 2,  che

raggruppa il  Biellese, Vercellese e Casale Monferrato,controlla la risorsa più indispensabile e ha da sempre una

matrice politica al vertice, con i sindaci in prima linea per attutire gli effetti del cambiamento climatico che ha

reso i periodi siccitosi sempre più lunghi. L’EGATO deciderà come e quanto investire nei prossimi decenni,

avendo a disposizione un patrimonio dicirca 1 miliardo di euro. La gestione pubblica, in linea di

principio, fornisce garanzie sull’imparzialità  dellescelte, che dovranno prioritariamente orientarsi al benessere della collettività,

senza cedere alle lusinghe dei molti interessi diparte. Da sempre la presidenza dell’ente dovrebbe essere

ricoperta da un rappresentante biellese, mentre la sede spetta ai vercellesi.

Per la scelta dei ruoli qui da noi ,  alcune  amministrazioni pubbliche si stanno spendendo in questi giorni, cercando di piazzare i rappresentanti di uno o di un altro partito

nei vertici del grande potere dell’acqua. Sinora i nomi che si stanno facendo rappresentano solo un gioco di equilibrismo tra schieramenti e non hanno nulla a che fare con le

competenze sull’argomentoo su progetti specifici. Questa però non è una novità.  Per non affossare ulteriormente l’opinione dei cittadini nei confronti della politica,

ci dovremmo aspettareche i nostri sindaci, a partire da quello del capoluogo, si trovassero, parlassero di programmi, di investimenti, dei bilanci, di come intendono

gestire e preservate l’acqua in loco, (vedi Cordar), se pensano di mettere mano agli acquedotti  vetusti, se pensano di continuare nel salassarci con bollette sempre

più care, insomma quali sono le strategie che hanno in mente e, soprattutto, se ne hanno. Magari anche un pensierino sulla diga in Valsessera per sapere cosa

ne pensano. Giungere magari ad un’unità d’intenti, esternare ai cittadini gli obiettivi e solo a quel punto indicare i nomi che hanno maggiori competenze per ricoprire

un ruolo così delicato e strategico al vertice dell’ente.Per adesso nulla di tutto ciò , i bisogni pubblici possono attendere la sete di potere quella no, quella non rimane con la

bocca asciutta.

Vittorio Barazzotto