Gli obiettivi si raggiungono con la fatica

Domenica scorsa tre ragazzi, non ancora diciottenni, hanno raggiunto il traguardo della cintura nera di karate nella palestra

Nippon di Chiavazza e sotto la guida del Maestro Massimo Vaglio Tanet. L’esame è durato un’ora, che è stata scandita da mosse, gesti e passi precisi, frutto di anni di allenamento, dieci almeno.

Hanno supportato lo svolgimento della prova le cinture nere più grandi, attive nei kumite con i ragazzi sotto esame e l’impressione che ne è derivata è che nessun dettaglio  fosse fuori posto e che tutti

lavorassero in modo corale per lo stesso obiettivo.

Nel karate, cosi come nelle altre arti marziali, si insegna la disciplina, l’autocontrollo ed il rigore, che sono elementi indispensabili nella convivenza con gli altri e nell’accettazione di sè, perchè essere

consapevoli dei nostri limiti ci rafforza e ci rende più tolleranti.  L’obiettivo è quello di perfezionare il carattere dei suoi praticanti.

Alcuni progetti mirano ad introdurre il karate nelle scuole, proprio per insegnare ai ragazzi più problematici la gestione dell’aggressività  e dei comportamenti impulsivi, anche se la scuola da sola non potrà  mai compensare in modo adeguato la

povertà  educativa e l’indifferenza emotiva che affligge molti adolescenti, soprattutto in una scuola dove il livellamento tende sempre più a scivolare verso il basso, illudendo che gli obiettivi arrivino senza sacrifici, al contrario nel karatè ogni

traguardo è la conseguenza di una fatica.

Non necessariamente si deve iniziare da bambini, visto che sono molti gli adulti che partecipano ai corsi e, indipendentemente dall’età , avvicinarsi a questa disciplina aiuta a trovare un proprio equilibrio interiore, a misurarsi con se stessi e,

come dice un proverbio zen, ad imparare tutte le volte che non vinci.

Vittorio Barazzotto