Non riusciamo più a venire a patti con la natura. Nella parte di mondo che si usa dire “civilizzato” diamo ormai per scontata la supremazia dell’uomo su di essa e non perdiamo l’occasione per violentarla e piegarla, oltre ogni accettabile limite, a ogni nostra esigenza. Che sia reale, oggettiva oppure opportunistica, o addirittura ludica.
È un anno che mi batto per sensibilizzare, attraverso il nostro Consiglio regionale (Odg n.652 presentato il 23/02/2016), la Conferenza Stato-Regioni per non modificare in termini peggiorativi il Piano nazionale di protezione e gestione del lupo.
Il divieto della “rimozione lupi”, così com’è definita tecnicamente la loro uccisione, nell’attuale Piano, è già annacquato da una serie di possibili deroghe. Invece di rinnovare o facilitare in qualsiasi modo le alternative previste in deroga, invoco l’applicazione delle modalità delle misure previste per tutelare dalle scorrerie dei branchi le attività umane, in particolare quelle agro-silvo-pastorali che vanno evidentemente salvaguardate. Così come la messa a disposizione degli strumenti per attuarle, senza i quali ogni pretesto è buono per procedere all’abbattimento “selettivo”, causa appoggiata dall’accoppiata allevatori-cacciatori determinata davvero, in questo caso, a unire l’utile al dilettevole a spese del lupo.
Dopo aver speso tempo e fatica, negli ultimi decenni, nel tentativo di ripopolare le nostre montagne della presenza del fantastico animale, ora siamo a un passo dal favorirne l’eliminazione fisica, pur se in percentuale, su una popolazione già di fatto decimata dal bracconaggio e da incidenti stradali.
Spero che i nostri rappresentanti in Conferenza Stato-Regioni sappiano saggiamente valutare l’impatto di ogni loro eventuale decisione.
AGGIORNAMENTO – Giovedì 2 febbraio 2017
«Il lupo, almeno per ora, è salvo. La decisione di non discutere e ratificare in Conferenza Stato-Regioni il provvedimento che include l’abbattimento del lupo non è la miglior notizia possibile, poiché si tratta soltanto di un rinvio. Una proroga, una finestra di tempo concessa alla discussione collettiva, che mi auguro tuttavia possa essere molto più inclusiva di quanto lo sia stata la precedente.
Le Regioni hanno fatto la loro parte, rivedendo in alcuni casi le loro posizioni iniziali. Le associazioni ambientaliste hanno incontrato il presidente della Conferenza Stato-Regioni in mattinata e con lui hanno concordato un rinvio.
Sono contento, e mi auguro che la posizione che ho fortemente sostenuto in Piemonte abbia contribuito a questo primo risultato a favore del lupo, e per questo ringrazio tutti i colleghi che hanno deciso di appoggiare la causa.
Ora serve rivalutare i documenti e le opinioni a livello nazionale. Ciascuno dovrà fare la propria parte: Regioni, associazioni e Governo. Auspico che per iniziare siano messi a disposizione i fondi necessari a finanziare azioni alternative e deterrenti alle uccisioni. Potrebbe essere un buon inizio per conciliare le esigenze degli allevatori e meglio garantire la sopravvivenza del lupo».