Il Gruppo Pd ha proposto in Prima Commissione una serie di emendamenti al disegno di legge di assestamento al bilancio regionale che si sta discutendo in questi giorni, prima dell’approdo in Consiglio Regionale. Le maggiori risorse stanziate rispondono a priorità precise che riguardano: diritto allo studio, cultura e barriere architettoniche.
4.550.000 in più per garantire anche per quest’anno accademico la borsa di studio a tutti gli studenti universitari aventi diritto, a fronte di una maggior numero di domande pervenute. Altri 500.000 euro per assicurare ai Comuni contributi per l’acquisto di scuolabus, a cui si aggiungono 1.550.000 euro per assicurare adeguati contributi, sempre ai Comuni, per il funzionamento delle scuole per l’infanzia paritarie convenzionate. Quasi un milione di euro, e precisamente 925.000, sono stati destinati principalmente per sostenere le tante piccole realtà associative piemontesi che si occupano di teatro e di iniziative culturali e per far crescere il sistema bibliotecario dei nostri comuni. Infine 1.500.000 euro sono stati aggiunti per tornare ad erogare contributi alle famiglie che hanno effettuato lavori di abbattimento delle barriere architettoniche nelle proprie abitazioni.
È stato poi approvato oggi un emendamento presentato ed illustrato dall’esecutivo per inserire un articolo dedicato al “finanziamento dei servizi di trasporto ferroviario regionale e locale” comprendente una previsione di spesa (220 milioni di euro) per il 2019 (una somma lievemente inferiore degli anni precedenti), superando il normale arco triennale di programmazione 2016-2018. La motivazione sta nell’imminente perfezionamento del protocollo d’intesa (il cui schema è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale del 17 ottobre) con l’Agenzia per la mobilità piemontese e Trenitalia (approvata dal ministero Economia e finanze) necessario per garantire la continuità del servizio nel corso dell’iter della nuova gara per l’affidamento del servizio stesso. Con il protocollo si è concordato di stipulare un “contratto ponte” di tre anni, prorogabile per un anno. Un accordo che dovrebbe arrivare, quindi, a toccare il 2019 appunto, oltre il triennio del normale assestamento.
Dopo aver assicurato stabilità di risorse per le politiche sociali e per gli enti gestori, il lavoro unitario della maggioranza che ha portato a queste modifiche arricchisce ulteriormente una legge di bilancio di per sé molto complessa.