Question time sugli orari dei turni dei medici: la Regione Piemonte si sta adeguando?

Nel corso del question time della seduta del Consiglio Regionale di ieri, il consigliere Vittorio Barazzotto ha presentato un’interrogazione a risposta immediata all’assessore alla Sanità Antonio Saitta. Oggetto del testo, la domanda sulle modalità e le tempistiche con le quali il Piemonte si  stia adeguato alla recente normativa nazionale che impone il rispetto di un numero di ore massimo (12 ore e 50 minuti) di ore oltre il quale i medici sono obbligati ad osservare un riposo minimo di 11 ore.

Il 25 novembre 2015 sono infatti entrate in vigore, dopo oltre un anno di proroga, le disposizioni in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale. In base a tali norme è stato attuato il riallineamento alla normativa europea e l’abrogazione delle precedenti disposizioni in tema di orario di lavoro dei medici. l’Italia è stato l’ultimo Paese ad adeguarsi alle disposizioni europee in materia di orario lavorativo dei medici. Sempre ieri, intanto, quella che sembrava essere la soluzione più naturale al problema, ossia l’assunzione di circa 6000 medici sul territorio italiano, è stata rimandata a causa di un impegno finanziario non ritenuto idoneo da parte della Corte dei conti (le risorse finanziarie facevano capo a risparmi non quantificabili poichè provenienti da risparmi).

Mentre il Governo dovrà ora trovare strade alternative, in Consiglio Regionale si è discusso di come il Piemonte stia cercando di ovviare ad eventuali carenze. Barazzotto spiega: “A parità di preparazione tecnica, un chirurgo od un cardiologo riposato dovrebbero essere in grado di svolgere meglio il proprio lavoro rispetto a chi è stanco. Attualmente uno dei turni ospedalieri più frequenti è il mattino-notte (che prevede ingresso alla 8.30, uscita alle 14.30 e nuovo ingresso la sera alle 20.30, fino all’alba del giorno successivo). In molti casi, inoltre, non è neppure prevista una pausa di riposo tra il lavoro notturno e l’inizio del turno mattutino. Sono condizioni alle quali le recenti disposizioni hanno cercato di eliminare, ma tra la norma e la realtà vi è differenza. Per questa ragione, sapendo che fra i medici il tema è di strettissima attualità, ho deciso di chiedere all’assessore in che modo la Regione Piemonte intenda adeguarsi alle disposizioni di cui alla legge n. 161/2014 compensando la quasi certa carenza di personale medico in ogni ospedale della regione rispetto al personale necessario a garantire il rispetto della norma nazionale”.

In aula, l’assessore Saitta ha risposto precisando come le risorse finanziarie nazionali vadano ad incidere anche su questa questione e che comunque il Piemonte, nell’ultimo anno, con l’introduzione delle delibere che riguardano la riorganizzazione sanitaria ha già avviato un primo processo di adeguamento alla norma, ma che inevitabilmente nuove risorse sono attese. L’assessore ha concluso spiegando come, da qualche mese, le Asl piemontesi non siano più vincolate al blocco del turnover e che quindi possono assumere personale a fronte, ad esempio, di congedi per pensionamento.